Manipolazione Fasciale

“Manus sapiens potens est”

« Solo una mano, guidata da profonde conoscenze scientifiche, può risolvere bene e velocemente un problema muscolo-scheletrico. Più si hanno conoscenze, più si riesce a risalire alla causa di un dolore e di una disfunzione articolare. Non c’è niente di magico»



Luigi Stecco ha portato in primo piano l’importanza della fascia nel trattamento delle affezioni muscolo-scheletriche. Dopo una pratica trentennale ha elaborato i fondamenti tecnici di un nuovo metodo riabilitativo che vede proprio nella fascia il punto nodale per risolvere affezioni osteo-mio-articolari e disfunzioni viscerali.



Cos’è la Fascia ?

La fascia è una membrana che si stende su tutto il corpo immediatamente sotto la pelle.  Relegata da sempre alla mera funzione di contenzione e riempimento svolge la funzione di collegare e coordinare un’articolazione con l’altra, sincronizzando l’azione di ciascuna parte del corpo con il tutto. Si espande dalla cute, intreccia tessuti e organi fino ad immettersi ai visceri.

Le espansioni della fascia percorrono direzioni e profondità differenti, si definisce una fascia superficiale e una fascia profonda che si stratifica dalla superficie del derma, al tessuto adiposo, a quello muscolo-tendineo, e viscerale.

A livello muscolare la fascia si espande all’interno del muscolo con il perimisio e l’endomisio, queste espansioni trasmettono alla fascia profonda la contrazione della singola fibra muscolare, in conseguenza di tali collegamenti a fascia diventa il direttore di orchestra che sincronizza il crescendo di alcuni muscoli e il diminuendo di altri. Il risultato di questa armonia è il gesto motorio.

A livello organico le espansioni fasciali partecipano alla sincronia delle molteplici funzioni dei visceri coordinando la peristalsi dell’intera unità organo fasciale.

       


Dov’è la novità della Manipolazione Fasciale?

Finora il compito di sincronizzare il movimento è stato attribuito esclusivamente al sistema nervoso. I neurofisiologi stessi hanno cominciato a domandarsi come potesse il cervello controllare tutte le variabili che ci sono in un gesto motorio e in una funzione organica. Esse possono essere coordinate dalla fascia, dal tensionamento di questa membrana su cui sono inserite tutte le fibre muscolari volontarie e involontarie. Se la membrana, che è l’elemento coordinante, diventa più densificata l’effetto inevitabile è la scoordinazione motoria e la disfunzione organica. 

Vi sono tre classi di fattori che favoriscono la densificazione della fascia: meccanici (traumi, sovrauso posture alterate, interventi chirurgici), chimici (l’alimentazione, farmaci, infezioni) e psico-fisici (stress, emozioni, sbalzi di temperatura, freddo, vento, umidità) 

La novità del metodo sta nel concentrare l’attenzione non sull’articolazione o l’organo, ma sui motori che ne gestiscono il funzionamento. Tra questi la fascia riveste un ruolo fondamentale.

Diversi approcci terapeutici (agopuntura, trigger point therapy, cyriax ecc.) riconoscono la presenza di particolari punti capaci di suscitare e, se trattati, di alleviare o risolvere la sintomatologia dolorosa. La Manipolazione Fasciale identifica tali zone nella Fascia Corporis denominandoli Centri di Coordinazione.

Ogni Centro di Coordinazione, situato nella fascia propria del ventre muscolare, è correlato a un centro di Percezione localizzato a livello articolare. E’ su quest’ultimo che, in condizione patologica, si avverte il sintomo doloroso. La ricerca delle Densificazioni fasciali sarà sempre focalizzata sui Centri di Coordinazione responsabili della disfunzione e su di essi sarà concentrato l’ intervento manipolativo attuo al ripristino della fisiologica omeostasi tensionale.


Cos’è la densificazione?

È un accumulo di fibre neocollagene prodotte dalla fascia per riparare le lesioni dovute a eccessive sollecitazioni meccaniche, chimiche traumatiche e psico-fisiche. Questa riparazione o compenso serve a dare un precario equilibrio all’organismo. L’omeostasi che ne deriva non è fisiologica per cui si manifestano alterazioni strutturali e funzionali, associate a sindromi dolorose. La causa, non è da ricercare nell’area di manifestazione sintomatica, ma nella Fascia. Questo è un vantaggio dal punto di vista terapeutico perché la fascia si può manipolare. L’osso, il muscolo, il nervo non sono malleabili dall’esterno e non sono deformabili».


Come si imposta un trattamento?

RACCOLTA DATI

È la storia clinica del paziente che guida il ragionamento clinico e l’approccio manipolativo. L’ anamnesi recente, soprattutto in presenza di disfunzioni croniche trova in quella remota le sue origini. Diventa così indispensabile venire a conoscenza di fratture, traumi, interventi chirurgici e dolori pregressi. Sui dati raccolti viene elaborata una prima ipotesi fisiopatologica che restringe il campo delle aree da sottoporre a valutazione clinica.


VALUTAZIONE MOTORIA E PALPATORIA

Sono indispensabili a convalidare l’ipotesi di trattamento elaborata durante la fase precedente. Testano la presenza di limitazioni nell’escursione articolare e insorgenza dei sintomi durante il movimento dei distretti esaminati rispetto ai tre piani spaziali. La palpazione dei centri di coordinazione ritenuti responsabili della disfunzione confermerà o meno la presenza di Densificazioni Fasciali.


IL TRATTAMENTO

Mira al ripristino del fisiologico equilibrio tensionale proprio del sistema fasciale. La manovra manipolativa, sviluppando attrito e calore profondo, ripristina il corretto e vicendevole scorrimento fra i diversi piani fasciali, normalizzando così la funzionalità muscolare, articolare e organica garantendo la scomparsa del sintomo doloroso. Scelta la corretta combinazione di Centri di Coordinazione da trattare, si utilizzano gomito, nocca o polpastrello per insinuarsi tra le diverse strutture fasciali fluidificando la sostanza fondamentale dei tessuti connettivi.

Quali sono le indicazioni del trattamento fasciale?


lombalgia, sciatalgia, ernia discale, coccigodenia, colpo della strega, cervicalgia, cervico-brachialgia, spalla congelata, colpo di frusta, pubalgia, meniscopatia, fascite plantare, tendinopatia, epicondilite, sindrome del tunnel carpale, borsite, distorsione articolare, stiramento, strappo muscolare, sintomi dolorosi diffusi articolari muscolari tendinei, fibromialgia, reflusso gastro esofageo, stipsi, acufeni da origine miotensiva, ciccatrici. 

Situazioni dolorose complesse post – traumatiche o da interventi chirurgici.

Consigli per chi si sottopone a manipolazione fasciale


Prima del trattamento

  • Riferire il problema principale per cui ci si rivolge al fasciaterapeuta
  • Elencare tutti i dolori precedenti, traumi e interventi chirurgici
  • Non sottovalutare le disfunzioni degli organi interni


Durante il trattamento

  • Dire le sensazioni che genera il trattamento
  • Accompagnare il trattamento con la respirazione indicata
  • Indicare i punti d’irradiazione, formicolio e dolore


Dopo il trattamento

  • Sensazioni che si manifestano subito dopo la manipolazione fasciale. Minor dolore, maggiore ampiezza articolare, senso di vertigine per una diversa organizzazione percettiva
  • Sensazioni che si manifestano durante i primi tre giorni. Il beneficio immediato può essere accompagnato da un peggioramento momentaneo, durante questa fase infiammatoria è utile non affaticare la parte trattata


Dopo otto giorni dal trattamento

  • Durante i primi otto giorni dal trattamento i punti trattati possono essere sensibili al tatto.
  • Il beneficio del trattamento è soggettivo e lo si ottiene in tempi diversi in relazione all’origine della sintomatologia
  • Se la sintomatologia migliora è necesssario proseguire con altre sedute
  • Se la sintomatologia dolorosa scompare non servono altre sedute
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